Il sufi è un brahmino, un conoscitore di Brahma

“Quando poi vide il sole che sorgeva, disse: «Ecco il mio Signore, ecco il più grande!». Quando poi tramontò disse: «O popol mio, io rinnego ciò che associate ad Allah!” (Corano, 6: 78). Sunyogi Umasankar, un maestro bengalese di yoga, ha detto: “Nabi Ibrahim (Abramo) praticava lo yoga del sole.”

Il rapporto col cosmo fu la prerogativa fondamentale della vita del profeta Abramo. Il nome Abramo, deriva dal verbo quadrilittero arabo Baraham. Baraham significa osservare fissamente un oggetto per lungo tempo, immergervi lo sguardo. Si tratta del trataka, un’antica tecnica dell’Hatha Yoga. (A. De B. Kazimirski, Dictionnaire Arabe-Français).

La pratica dello yoga nel Mazandaran

L’Atharva Veda è conosciuto anche col nome di “Brahma Veda”, il cui significato è “la Conoscenza Divina”. Un’analisi dei Veda rivela che Brahma è effettivamente Abramo (Ibrahim In arabo), la lettera iniziale “A” è stata spostata e messa alla fine del nome “Brahma”.

Molte popolazioni vediche adoravano il sole come Brahman. Il sole è un devata tra le cinque divinità popolarmente venerate. Altri descrivono il sole come il creatore del calore o come l’unico serbatoio di grande calore, cioè la causa dell’universo. In ogni caso, il sole è il dominatore di tutta la luce nel mondo materiale e quindi è un devata controllore. Per ordine di Govinda il sole svolge il suo servizio.

Brahma, messaggero di Allah

In un certo senso, Abramo è la forma esteriore (zahir) della dimensione divina (Brahman). Quindi, se Brahma è Abramo, allora è una manifestazione del nome di Dio (Brahman) stesso. Brahma non è Dio come è inteso dagli Induisti, ma è un messaggero di Dio. Dio e i suoi messaggeri spesso condividono più nomi. Muhammad, ad esempio, è chiamato anche Ahmad, al-Mahi, al-Hashir, al-Aqib.

I brahmini sono una casta di sacerdoti che padroneggiano la conoscenza sacra, i costumi e le maniere nell’induismo. Questi sacerdoti hanno le caratteristiche della religiosità di Abramo. La parola “Brahma” significa anche ciò che cresce, si sviluppa, si evolve, che aumenta di dimensioni, che trabocca da se stesso. Tutti questi significati sembrano essere collegati alla grandezza, all’espansione e allo sviluppo dell’influenza di Abramo (il Brahma) su tutte le religioni e le nazioni.

In alcune pubblicazioni, il nome Brahma è identificato con Agni (fuoco). Non a caso, il profeta Ibrahim è famoso per la sua capacità di dominare l’elemento fuoco. Non è stato bruciato quando è stato punito da Namrud. Questo concetto si ritrova nella mitologia dell’induismo, Egli è il “dio del fuoco”. Nelle Upanishad si afferma: “Il fuoco non può nemmeno toccare i capelli di Brahma” (Kena – Upanishad 305/6).

‘Abd al-Karim al-Jili

Il profeta Ibrahim era un maestro di yoga. Il maestro sufi ‘Abd al-Karim al-Jili scrisse nel suo “al-Insan al-kamil”: ‘La gente del libro è divisa in molti gruppi.  Per quanto riguarda i barahimah [Indù], sostengono che appartengono alla religione di Abramo e alla sua progenie, e di possedere speciali atti di culto… I barahimah adorano assolutamente Dio senza [ricorrere a] profeta o messaggero. In realtà, dicono che non c’è nulla nel mondo dell’esistenza tranne che la creazione di Dio. Essi testimoniano la sua Unicità nell’Essere, ma negano i profeti e i messaggeri completamente.

Il sufi conosce Brahma

Il sufi è un brahmino, poiché la parola brahmin significa “il conoscitore di Brahma”. La sua religione consiste nel credere in nessun’altra esistenza se non quella di Dio, che il brahmino chiama Advaita. Il sufi deve attraversare tanti gradi di evoluzione spirituale quanti lo sono per lo yogi. Si trova ben poca differenza nelle loro pratiche, la differenza risiede principalmente nei nomi. Il sufi considera gli insegnamenti degli Avatar come le vere manifestazioni della saggezza divina, e ha una visione perfetta della sottile conoscenza del Vedanta (Hazrat Inayat Khan, L’unità degli ideali religiosi, volume 9).

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