Abdul Ahmid Khan Bhashani, il maulana rosso maoista

La vita di Maulana Bhashani, finora, ha ricevuto poca attenzione da parte degli studiosi. Ma chi era Bhashani?

Abdul Hamid Khan Bhashani (1880-1976), detto Maulana Bhashani, popolarmente noto col titolo onorifico di Mazlum Jananeta (il leader degli oppressi) era famoso tra i contadini del Pakistan orientale per essere il portavoce di un socialismo Islamico d’ispirazione maoista. Per questo motivo, fu chiamato “The Red Maulana”, il Maulana rosso.

Maulana Bhashani è stato uno strenuo difensore della classe operaia e contadina. Difendeva i poveri, i bisognosi, i nullatenenti, i mezzadri e gli sfruttati. La sua lunga lotta politica è caratterizzata dalla sua dedizione per la causa dei diseredati della società. In quasi sei decenni di lotta politica, Maulana Bhashani difese i più umili e gli sfruttati lottando e organizzando scioperi contro la travolgente macchina di potere governativa e opponendosi alle arroganti élite della società. Quest’attività gli costò numerose carcerazioni.

Non è credibile che la visione politica di Maulana Bhashani sia stata influenzata dai comunisti durante la sua detenzione in carcere.

Maulana Bhashani durante uno sciopero del 1968

La formazione di Maulana Bhashani

Nei primi anni del 1900, fu discepolo di Pir Syed Nasiruddin Shah Baghdadi nello stato dell’Assam. Tra il 1907 e il 1909 ricevette l’educazione religiosa della scuola Deobandi per quasi due anni. In questa scuola studiò l’arabo e i fondamenti dell’Islam. Durante questo soggiorno subì l’influsso di Maulana Mahmud Hasan che combatteva contro ogni forma di oppressione e sfruttamento.

Maulana Bhashani aderì anche alla confraternita Cishtiyya perché si dedicava ai poveri e agli indigenti.

Mahmud Hasan Deobandi e altri pensatori Islamici progressisti ispirarono Bhashani a lottare contro l’imperialismo Britannico di fronte alla dissoluzione dell’Impero Ottomano. Nel 1909 iniziò a insegnare in una scuola elementare a Kagmari, Tangail.

Bhashani era un pio musulmano seppur propose delle idee politiche rivoluzionarie. Grazie alla sua formazione sufi sotto lo Shaikh Nasiruddin Baghdadi, sviluppò il concetto di Rububuiyat, o Signoria.

Il Rububuiyat

Il Rububuiyat rimase la sua ideologia guida a partire dal 1946. Il Rububuiyat predica l’uguaglianza indivisa di tutte le persone, qualunque sia la loro casta, nazionalità o religione. Ciò che distingue il Rububuiyat è l’abolizione della proprietà privata sulla base della fede. Bhashani afferma: “L’uomo è solo un custode, mentre Allah detiene la proprietà su tutte le proprietà esistenti”.

“Appartiene ad Allah tutto quello che c’è nei cieli e tutto quello che c’è sulla terra” (Corano, 53:31)

Nel 1974, al crepuscolo della sua vita politica, il Rububuiyat fu messo per iscritto.

Shaikh Nasiruddin Baghdadi

Non si ha nessun dato anagrafico di Nasiruddin Baghdadi, eccetto la sua silsila di appartenenza, la qadiriyya, e del suo mausoleo in Assam. Si ha invece notizia di un omonimo Bengalese appartenente all’ordine della Suhrawardiyya vissuto nel 13° secolo, il cui sacrario è in Bangladesh. Più verosimile è anche il suo lignaggio che risale ai 12 Imam dello sciismo. Molti dei suoi discendenti e zamindar aderirono infatti alla qadiriyya.

Pir difensore e salvatore degli immigrati

Maulana Bhashani organizzava gli emarginati a resistere contro tutte le forme d’ingiustizia e a lottare contro la fame e la malnutrizione. Maulana Bhashani divenne anche noto come il difensore e il salvatore degli immigrati Bengalesi in Assam. Più che un agitatore, era il Pir che appariva nei sogni degli agricoltori Bengalesi, nonché il loro Che Guevara o Malcom X della classe lavoratrice.

Era un leader, però, che non ha lasciato nessuno scritto. Maulana Bhashani fu accettato sia come un leader politico, sia come un Pir (santo) in possesso di poteri spirituali occulti.

Il governo dell’Assam fece una legge che limitava l’ingresso ai lavoratori immigrati Bengalesi che vennero considerati dei colonizzatori. Protetti da questa legge restrittiva, gli Assamesi avevano lanciato un movimento per cacciare i proletari Bengalesi.

Una bayʿah insolita, socialista

Maulana Bhashani col ritratto di Lenin

In questo periodo, la bayʿah (giuramento di fedeltà) subì una modifica: oltre all’accettazione degli articoli di fede in Dio, nel Profeta e nel lignaggio spirituale, fu richiesta la fede nel socialismo. La bayʿah fece del murid un marxista e del marxista un murid.

Lo scopo comune dei marxisti e dei proletari sufi rese entrambi i gruppi accettabili gli uni agli altri, mettendoli in condizione di usufruire degli stessi spazi e di condividere lo stesso linguaggio. I lavoratori marxisti erano più frequentemente presenti alle riunioni religiose nella moschea, mentre i murid avevano adottato un nuovo vocabolario. Diventando la fede nel socialismo un articolo di fede, il murid stabiliva un legame più profondo con Bhashani e con Dio, ma nell’impegno col mondo esterno trovava un attivismo politico pari al fervore che aveva per lo dhikr (cantillazione) e la muraqaba (meditazione).

In queste riunioni, si ricordava spesso come il Profeta dell’Islam avesse consigliato alla gente di andare ad acquisire la conoscenza in Cina. Nel 648, un compagno e zio del Profeta Muhammad, Sa’d ibn Abi Waqqas, introdusse l’Islam in Cina seguendo un tratto fluviale del Brahmaputra.

La secessione dal Pakistan

Con l’introduzione d’idee rivoluzionarie, rinnovati concetti e un nuovo vocabolario, Maulana Bhashani imbastiva nelle assemblee una retorica potente e dinamica che mobilitava la classe lavoratrice per trasformare la società e lo stato.

Secondo Christopher Jaffrelot, politologo e indologo francese specializzato particolarmente sull’India e sul Pakistan, Bhashani, non solo è riuscito a mobilitare la base Bengalese, ma nel 1969 è riuscito a realizzare la secessione del Bangladesh dal Pakistan.

Maulana Bhashani in Cina

Bhashani era il leader dei partito filo-Cinese del Pakistan orientale. Durante la guerra del 1965 tra Pakistan e India, Bhashani fu inviato dal presidente Ayub Khan in Cina per assicurarsi il sostegno militare ed economico dello stato Maoista.

Bhashani in prima fila col Presidente Mao Tse-Tung

Maulana Bhashani arrivò a Pechino per la festa Nazionale del 1° ottobre. Visitò per diverse settimane varie città incontrando contadini e operai. Durante il suo lungo soggiorno in Cina, Maulana Bhashani incontrò Mao Tse-Tung e Zhou Enlai, primo Ministro del Partito Comunista Cinese. Durante questi incontri, Bhashani sottolineò l’importanza della Cina, le sue relazioni con il Pakistan nella lotta contro l’imperialismo, il revisionismo Sovietico e l’espansionismo Indiano. Queste riunioni crearono le basi per delle relazioni strategiche durature tra Cina e Pakistan.

Alcune interpretazioni marxiste del Corano

“E così facemmo di voi una comunità equilibrata” (Corano, 2: 143)

La centralità della comunità e del mutuo soccorso ben si accordano con i precetti Islamici. Significa vivere come se tutti gli uomini appartenessero allo stesso corpo e pensassero sempre alla vita dei loro simili. È impossibile ottenere la perfezione o la vita eterna senza seguire la via dell’assistenza reciproca. È il senso del “collettivismo” marxista di giustizia sociale.

Il collettivismo è stato presentato come l’adempimento delle istruzioni Coraniche per vivere in armonia e col sostegno reciproco, collegando sottilmente le idee comuniste all’Islam e incorporandole in un vocabolario distintamente religioso.

“O voi che credete, non cibatevi dell’usura che aumenta di doppio in doppio” (Corano, 3:130)

La concordanza dell’Islam col marxismo su questioni come la zakah e la riba dimostra che l’Islam è essenzialmente socialista. Nella Surah al-Imran (3:130) si combatte il plusvalore, così i marxisti combattono le vere radici del capitalismo… L’usura non è fondamentalmente diversa da quella che i marxisti vedono come il plusvalore. I musulmani fanatici che sono ostili al movimento marxista non capiscono il vero Islam, poiché il marxismo vieta l’accaparramento capitalistico della ricchezza per fini egoistici.

I musulmani contrari al movimento marxista dimenticano il versetto Coranico: “Annuncia a coloro che accumulano l’oro e l’argento e non spendono per la causa di Allah un doloroso castigo.” (Corano, 9: 34)

Il rifiuto dell’ateismo

Il marxismo ha dato un importante contributo intellettuale alla critica del colonialismo che ha identificato come materialismo storico piuttosto che filosofico; in questo modo, ha aiutato i musulmani a comprendere la vera natura del colonialismo. Maulana Bhashani rivolgendosi ai musulmani respinse l’ateismo comunista dottrinario: “Il marxismo stesso non insegna che il socialismo può essere pienamente realizzato solo quando tutti i principali stati saranno socializzati? La situazione attuale differisce radicalmente dalle precondizioni richieste per la realizzazione degli obiettivi marxisti.”

L’islam e l’internazionale comunista

Bhashani visita una fattoria Cinese

È possibile l’unità tra l’internazionale comunista e i musulmani? La risposta è sorprendente:

“Quando si sta davanti a Dio, allora si è musulmani, ma quando si sta davanti agli uomini, allora non si è musulmani, perché Dio ha detto che ci sono molti Satana tra gli uomini”. Il Corano dichiara: “A ogni Profeta assegnammo un nemico: diavoli tra gli uomini e i demoni, che si suggeriscono a vicenda discorsi fatui e ingannevoli”. (Corano, 6:112)

Queste citazioni suggeriscono la divisione esistente tra la spiritualità privata e la fedeltà alla politica pubblica. Si può essere benissimo sia un comunista impegnato ideologicamente, sia un pio musulmano nella propria vita privata. I Profeti erano deliberatamente attaccati dai detrattori (“i diavoli”) che fraintendevano il loro messaggio.

Questa riflessione avverte che la fede è in ogni caso sicura nel nostro cuore, non dobbiamo preoccuparci delle ciarle dei detrattori. Il messaggio profetico di giustizia sociale è rimasto rilevante indipendentemente dal fatto che gli Inviati di Dio fossero ritenuti musulmani o meno.

La morte di Bhashani

Maulana Bhashani morì il 17 novembre 1976 a Dhaka, in Bangladesh, all’età di 96 anni, e fu sepolto a Santosh , Tangail.

Bibliografia

Abdul Hamid Khan Bhashani

Abdul Hamid Khan Bhashani

The religious and philosophical basis of bhasani’s political leadership

Maulana Bhashani: The Majloom Jononeta

Bhasani, Maulana Abdul Hamid Khan

Syed Nasiruddin

Hazrat Moulana Shah Syed Nasir Uddin Ahmed Qadri Bagdadi

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