Il mistero della moschea senza chiodi

La moschea di Zharkent (o Jarkent) si trova nel centro della città omonima, in via Yuldashev 40, a soli 30 km dal confine Cinese, nella provincia di Almaty. Questo complesso architettonico Islamico è divenuto un monumento nazionale Kazako dal 1982.

Questa moschea è un superbo edificio del XIX secolo che combina lo stile architettonico Cinese con i motivi dell’Asia Centrale. Il suo costruttore è riuscito a incarnare nella moschea i motivi popolari tradizionali di quasi tutte le nazionalità che vivono nella regione. Oggi, la moschea è chiamata “Museo di Architettura Architettonica” e al suo interno si possono ammirare le opere d’arte Kazake, Uigure, Dungani e di altre nazionalità.

La storia

La proposta di costruire la una nuova moschea maturò nell’anno 1887, e si decise di affidare il progetto all’imprenditore e filantropo Uiguro “Wali Akhun Yuldashev“, che era anche cittadino onorario di Alma Ata e massimo rappresentante della sua prima corporazione (futuwwa) mercantile.

La costruzione della moschea iniziò nello stesso anno con i fondi raccolti da Yuldashev che ammontavano all’enorme somma di 300.000 rubli dorati. Divenne così un rispettabile patrono delle arti e un mercante di successo. Così, in suo onore si chiamò “la Moschea di Wali Ahune.”

Il portale principale

Nell’arco di tre anni, tra il 1892 e il 1895, si costruì la grande moschea del venerdì, il portale principale e una torre. Successivamente, si realizzò una piccola moschea per le cinque preghiere quotidiane, la madrasa e un elegante recinto di mattoni e ulteriori piccoli ingressi sui lati sud e nord tra il 1903 e il 1905. Nel 1910 ci fu un terremoto che causò danni significativi: entrambe le torri decorative crollarono, le cime delle cupole caddero attraverso le crepe formatesi, ecc…

Il portale laterale
Il portale laterale

I vari maestri

Il principale artefice del progetto fu l’architetto Cinese Hong Piqué, ma ricevette l’assistenza dei capomastri Uiguri Hassan Imanov, Ushurbaki, Tair Ismailov, Nasretdin Kara, Zainutdin, Abdukadir, e altri. Più tardi, 75 maestri di Bukhara e Samarcanda, guidati da Hong Piqué, si unirono ai lavori per diversi anni lucidando e tagliando le spesse travi che erano asciugate all’ombra in un panno speciale di cotone. Disegni stilizzati e vivide immagini erano incise sulle tavole. L’antico stile Cinese della moschea ha un telaio di 122 pilastri in legno collegati tramite un particolare sistema di giunti e travi.

Un affascinante eclettismo: i vajra, le croci uncinate e le scritture arabe

La moschea in epoca sovietica

La moschea durante il regime sovietico talvolta era un magazzino, talora un granaio, una caserma per le guardie di confine, un cinema e una casa da tè. I restauri avvennero tra il 1975 e il 1978. Dopo i lavori di ricostruzione, la moschea divenne un museo il 24 marzo 1978 per ordine del Consiglio dei Ministri dell’SSR Kazako, e il decreto lo firmò il presidente del Consiglio dei Ministri Baiken Ashimov. Il tetto e il portale principale si ricostruirono tra il 2001 e il 2004.

Motivi floreali

La leggenda

Una leggenda narra che Hong Piqué non ha costruito nessun edificio più bello della moschea durante la sua vita, neanche quando era in Cina. Alla notizia, l’imperatore del Celeste Impero si infuriò e mise a morte l’architetto al suo arrivo in patria. Purtroppo, la maggior parte delle sue opere non sono sopravvissute, ma la moschea di Jarkent è qualcosa di speciale. Anche il più potente terremoto del 1910, che ha causato gravi distruzioni, ha risparmiato questo edificio sacro.

Tre diversi motivi di croci uncinate nella moschea

Il materiale e la costruzione

Il principale materiale costituente proveniva dagli abeti situati nelle valli di Aksu tra gli isolati monti Ketpen (o Ketmen) che appartengono al vasto sistema montuoso del Tien Shan, al confine tra il Kazakistan e la Cina. Il viaggio di 200 Km avvenne su carri trainati da buoi che trasportavano anche tronchi di quercia e pino. La popolazione di Zharkent e dei villaggi circostanti si attivò per impastare l’argilla, ma solo dopo il suo indurimento si posero le fondamenta della moschea.

Il nodo del samsara

Per la costruzione non si utilizzò nessun chiodo e nessun bullone proprio come aveva stabilito Yuldashev. L’assemblaggio della struttura principale durò un’estate, ma è solo nel 1892 a costruzione completata che si aprì la moschea.

L’architettura

La moschea è costruita nello stile dell’Asia centrale, ma utilizza degli elementi buddisti. L’area totale della moschea è di 28 × 54 metri, l’altezza è di 14,5 metri, l’altezza del minareto è di 19 metri. Il minareto è circondato da 52 colonne. La recinzione di pietra è alta 2,3 metri. La trabeazione è decorata con intagli in legno. Le influenze delle tradizioni architettoniche Cinesi si riflettono nella costruzione del tetto svettante o galleggiante, i cui contorni curvi verso l’alto conferiscono all’edificio raffinatezza e ariosità. La moschea ha due piani. Colonne cilindriche senza capitelli e con un ampio cornicione (52 pezzi in totale) formano una galleria intorno all’edificio.

Sulle pareti e sulle facciate del tetto ci sono più di 1.500 dipinti diversi come anche delle antiche iscrizioni arabe e persiane. Gli ornamenti sono espressioni di cultura locale, si trovano forme geometriche, raffigurazioni naturali di flora e fauna, simboli religiosi, animali fantastici. Vi è un imponente arco centrale, torri, cartigli, modanature, dipinti raffiguranti avvenimenti storici, lanterne tradizionali Cinesi e molti paramenti sacri.

Il minbar

Sulla parete davanti al minbar (il pulpito) è dipinto un ulivo, che da sempre è definito “l’albero della vita” secondo le leggende del popolo indiano. È facile vedere che i maestri hanno prestato molta attenzione ai gioielli, alle forme fantasiose, ai colori. Qui, il bianco, il nero, il rosso, il verde, il giallo e il blu sono spesso usati con grande successo e armonia.

Il minbar

Una delle particolarità della moschea è il portale principale che è tipico dell’architettura tradizionale dell’Asia centrale e del Kazakistan. La funzione ideologica e artistica del portale è di destare impressione. Lo si realizza, solitamente, aumentandone le sue dimensioni rispetto ad altre parti dell’edificio.

Lo scopo della moschea

Lo stemma del portale è decorato con vivaci motivi floreali, mentre la facciata esterna è rifinita con tre giochi pieni di ornamenti floreali e iscrizioni arabe. Due portali laterali sono a cupola. Adiacente alle mura meridionali e settentrionali della porta principale c’è una madrasa. Qui, a suo tempo, i giovani ricevevano l’istruzione religiosa primaria. Si osserva che la partecipazione di persone di diverse nazionalità nell’edificazione della moschea abbia conferito all’edificio modelli architettonici differenti. L’obiettivo finale era d’invitare i popoli all’unità e alla solidarietà delle nazioni.

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