Izosima e Nikitin, musulmani del cristianesimo ortodosso russo

La storia religiosa della Russia è stata molto distorta e falsificata perché si basa su pregiudizi errati del 16mo secolo che non corrispondono alla realtà dei fatti. Per questo motivo, sono stati costruiti degli artefatti che manipolano gli avvenimenti del passato. Un’opinione giustifica e annovera il Profeta Muhammad (sa) tra i santi del cristianesimo ortodosso russo.

Cenni storici

Il XIII

Secondo lo storico russo Dmitrii Ahmad Makarov e redattore dell’enciclopedia “L’Islam nella Federazione Russa”, già nel periodo antecedente all’Orda d’Oro i rappresentanti dei popoli slavi e ugro-finnici dell’Europa orientale avevano intensi contatti con il principato musulmano del Volga Bulgaria che si era convertito all’Islam all’inizio del X secolo. Alcuni gruppi degli slavi orientali e delle popolazioni ugro-finniche si stabilirono persino nelle città del Volga Bulgaria. Makarov suggerisce che le monete carolingie ritrovate sul territorio dell’area non facciano solo parte del bottino di guerra, ma furono anche portate dagli scandinavi che prestarono servizio sotto i sovrani Bulgari. Le prime prove documentali dei russi ortodossi che accettarono l’Islam si riferiscono alla metà del XIII secolo.

La Cronaca di Yaroslav menziona l’uccisione, nel 1262, di un monaco di nome Izosima (Zosima) che professava l’Islam: “essendo un monaco, si allontanò dalla fede cristiana per diventare un musulmano molto feroce”. Poco si sa di questa persona, forse era un ugro-finnico o un turco. Il dato significativo è che era un monaco cristiano ortodosso convertitosi all’Islam a metà del XIII secolo. Makarov sottolinea che la conversione d’Izosima fu una scelta consapevole non motivata dalla ricerca di vantaggi personali; infatti, il clero ortodosso godeva di enormi privilegi sotto l’Orda d’Oro. Izosima prestò servizio nella storica Yaroslavl sotto il governatore locale dell’Orda d’Oro.

La famosa Cronaca di Lavrentii testimonia che l’ex monaco raccoglieva i tributi locali per conto dell’inviato del Khan. Izosima non soffocò affatto la fede cristiana nella zona, e fu l’aumento delle tasse che portò, nel 1262, alla ribellione di Yaroslavl durante la quale l’ex monaco fu ucciso. Lo storico sovietico A.N. Nasonova sostenne che simili ribellioni erano frequenti nel decennio del 1260. Il cronista non nasconde il suo odio per Izosima: lo chiama “bevitore” e “persona blasfema”, ed è soddisfatto che il cadavere d’Izosima sia stato mangiato da cani e corvi.

Il XIV secolo


Le politiche religiose dell’Orda d’Oro nei confronti della Chiesa ortodossa non cambiarono nemmeno nel 1313, quando, sotto il Khan Uzbeco, l’Islam divenne la religione di stato dell’Orda. Come in passato, l’Orda non istituì alcun impedimento ai pagani che volevano abbracciare il cristianesimo ortodosso.

Sempre nel 1313, quando il Gran Principe di Vladimir, Mikhail Iaroslavich, e il metropolita Petr si sottomisero al Khan, ottennero la conferma che tutti i precedenti diritti della Chiesa ortodossa russa rimanessero in vigore, compresa la norma che i servi della Chiesa non dovessero pagare le tasse. Fu confermato che chiunque avesse insultato la Chiesa avrebbe ricevuto la pena capitale:

“Tutti i ranghi della Chiesa ortodossa, e tutti i monaci, sono soggetti solo alla corte del metropolita ortodosso, e in nessun modo agli ufficiali dell’Orda o ad alcun corte dei principi russi. Chiunque commetta furto o rapina a un membro del clero dovrà pagare un compenso triplo. Chi mostra l’audacia di deridere la fede ortodossa, o d’insultare una chiesa, un monastero o una cappella, è soggetto a morte, non importa se russo o mongolo. Che il clero russo si senta di essere il libero servitore di Dio.”

Dopo il 1313 l’Islam non divenne improvvisamente la religione della maggior parte della popolazione dell’Orda d’Oro; furono soprattutto i pagani a convertirsi all’Islam. Le informazioni che ci sono pervenute, non ci consentono di trarre delle conclusioni su quanti cristiani ortodossi si siano convertiti all’Islam; tuttavia, Dmitrii Ahmad Makarov sostiene che durante il periodo dell’Orda d’Oro, gli slavi orientali abbracciavano l’Islam, individualmente o in gruppi, fondendosi con la popolazione musulmana, generalmente turca o turchizzata.

Gli storici non hanno prove documentali come nel caso di Izosima, ma probabilmente ci furono più cristiani ortodossi che si sono convertiti all’Islam. Gli ortodossi che hanno abbracciato l’Islam in quel tempo non ci hanno lasciato alcun documento sul loro cambiamento di fede. Il primo documento è il “Viaggio oltre i tre mari” di Afanasii Nikitin, un mercante di Tver’ che si recò in India negli anni dal 1468 al 1475.

IL XV secolo

Dio è Allah, Dio è Akbar (Il “Viaggio oltre i tre mari” di Afanasii Nikitin)

Il libro del mercante di Afanasii Nikitin “Viaggio oltre i tre mari” inizia con le parole: “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, il tuo servo peccatore Athanasius Nikitin”. Cioè, l’autore era inizialmente un cristiano ortodosso profondamente religioso.

Ollo Akber significa Allah Akbar

Alcuni studiosi sono giunti alla conclusione che Nikitin accettò l’Islam. Gail D. Lenhoff e Janet Martin ritengono che Nikitin all’inizio abbia finto di essere musulmano per ottenere delle agevolazioni per la sua attività commerciale (meno tasse e dazi doganali, ecc…), ma poi, contro la sua stessa volontà, abbracciò la visione del mondo islamica: “La sua intenzione iniziale era di rimanere ortodosso pur fingendo una conversione formale”. Si definì ‘socialmente’ musulmano e adempiva agli obblighi rituali minimi della conversione sociale: assunse un nome musulmano, pregava col rito musulmano, osservava le feste e i digiuni dell’Islam; tuttavia, arrivò gradualmente alla visione del mondo islamica. Alla fine del suo viaggio, però, Afanasij Nikitin era entrato nell’Islam.

Altri suppongono che Nikitin rimase fedele alla fede cristiana, anche se le sue opinioni si distaccavano dalla concezione classica dell’ortodossia cristiana. Secondo questi studiosi, la retorica islamica nel testo di Nikitin (compresi i riferimenti a “Ollo” come Dio, e le preghiere islamiche in un “arabo meticcio”) è una mimica che si riflette anche nell’adozione del nome Yusuf al-Khorasani. Comunque, sia i sostenitori che gli oppositori della conversione di Nikitin all’Islam partono dall’analisi del suo stesso testo che non fornisce una risposta univoca.

Questo dualismo è stato chiaramente notato da un altro studioso del “Viaggio oltre i tre mari”, P.V. Alekseev, che ha scritto: “… non tenendo conto della profondità e della complessità del problema, Jakov Lur’e e Lenhoff hanno fornito risposte a due domande molto diverse: la prima riguardava come Nikitin si considerava, mentre la seconda quale fosse effettivamente la sua religione. In base alle informazioni testuali esistenti concordiamo con le conclusioni di Lur’e [che sosteneva che Nikitin non si considerasse un musulmano]; ma quando ci chiediamo attraverso qual sistema semiotico Nikitin percepisse Dio e la creazione, o a quale fede appartenesse effettivamente, allora, dobbiamo riconoscere che la parte musulmana è dominante.

Per di più, non è possibile parlare di Nikitin come autore, non abbiamo davanti a noi la sua vera biografia, ma si tratta del testo del suo narratore.

Il problema principale è che il libro “Viaggio oltre i tre mari” non è la fonte di prima mano, non sono gli appunti di Nikitin o il manoscritto originale della cronaca che contiene il suo “Viaggio. I ricercatori hanno a disposizione solo le diverse redazioni del testo che in seguito furono incluse nelle più ampie cronache della Chiesa, tra cui la Cronaca di Lvov, la copia archiviata della Cronaca di Santa Sofia di Novgorod e la Copia della Trinità.

Tutti gli studiosi concordano che sia stato il cronista a redarre il testo di Nikitin; e dall’esempio sopra riportato, nella parte della Cronaca Lavrentii sul monaco Izosima, gli editori erano soliti introdurre le proprie opinioni. Secondo Alekseev, nella cronaca di Lvov (nella copia di Etterov) il cronista ha sostituito la parola “Dio” con “Cristo”, a sua discrezione; il risultato è stato che il significato di un intero frammento è stato distorto. Un aspetto peculiare di Nikitin è che usa parole che uniscono “non tanto due lingue, quanto piuttosto le formule stereotipe di due sistemi mentali”. Non si può escludere che nelle copie manoscritte esistenti del “Viaggio” siano stati censurati anche altri punti riguardanti l’Islam. I frammenti esistenti ci permettono di essere d’accordo con Alekseev, il quale ha concluso che la visione del mondo musulmana (soprattutto nella sua forma monoteistica) permea l’intero testo del “Viaggio”.

Contrariamente alla stragrande maggioranza dei suoi contemporanei cristiani, Nikitin pensava che l’Islam fosse, proprio come la fede cristiana, una delle strade che conducono a Dio. In un momento in cui l’Islam era considerato un’eresia Agariana1, l’accettazione dell’Islam rappresentava da parte di alcuni russi un passo molto coraggioso.

Se Nikitin fosse vissuto più a lungo, il suo “Viaggio” avrebbe ottenuto un contenuto completamente diverso. Morì nel 1472, solo un paio di decenni prima che il metropolita Zosima formulasse il concetto che “Mosca è la terza Roma”. Questo concetto fu confermato nella metà del XVI secolo, così i termini “russo” e “ortodosso” divennero sinonimi. Oggi, al contrario, grazie al lavoro di Geydar Dzhemal (1947-2016) Mosca si appresta a diventare la “Mecca intellettuale.”

NOTE

  1. Gli Agariani furono dei cristiani apostati che ripudiarono il vangelo verso la metà del 7° secolo per abbracciare la religione Islamica. Si diede loro il nome di Agariani a cagione di Agar madre di Ismaele, dal quale molti popoli musulmani discendono.

Bibliografia

Renat Bekkin, fondatore e capo del dipartimento di studi islamici dell’Università federale di Kazan (Russia)

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