L’Islam e il Coronavirus

Le tre invenzioni Islamiche e millenarie contro il Coronavirus

Di fronte alla pandemia che minaccia la vita e le economie, il mondo è armato di tre antiche e millenarie invenzioni Islamiche.

Il mondo è debitore all’Islam di tre invenzioni che limitano la diffusione del virus: il sapone, l’alcol e la quarantena.

Gli scienziati musulmani hanno giocato un ruolo importante fin dall’antichità nel limitare la diffusione delle pandemie, tra cui il COVID-19.

1) Il sapone antibatterico

“Lavarsi le mani con acqua e sapone … uccide i virus che potrebbero essere nelle vostre mani”, è la prima raccomandazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

L’enciclopedia virtuale wikipedia riporta:

“Fu solo dopo essere entrati in contatto col mondo vicino-orientale islamico, nell’età delle Crociate, che ci s’impadronì delle tecniche di fabbricazione di un sapone assai meno aggressivo, con l’uso di grassi vegetali, aromi e sostanze lenitive quali il balsamo. Non a caso il sapone entrò infatti in Europa grazie ai mercanti veneziani e genovesi e, per procacciarselo, dame e gentiluomini cristiani erano disposti a pagare cifre anche molto alte.”

Il medico Persiano, alchimista e filosofo Abu Bakr Muhammad Ibn Zaccaria Al Razi (854-925), noto in Occidente come Rhazes o Rasis, descrive numerose ricette per fare il sapone.

La Siria divenne il principale esportatore di sapone in altre parti del mondo Islamico e in Europa. Dal 13° secolo, la produzione di sapone si diffuse in tutto il Medio Oriente e Nord Africa, i centri principali di produzione erano Fez, Nabulus, Damasco e Aleppo.

2) L’alcol disinfettante

L’alcol è stato a lungo utilizzato come anestetico. Gli storici tracciano la scoperta della distillazione di alcool e la produzione di bevande alcoliche nel 2000 A.C. nella Valle dell’Indo. Tuttavia, la medicina moderna fa risalire l’uso dell’alcol come disinfettante al rinascimento Islamico.

Nella sua enciclopedia medica “Al-Hawi,” tradotta “Il Libro Completo sulla Medicina,” Al Razi, sostiene la proprietà antisettica dell’alcol sulle ferite, prima, durante e dopo gli interventi chirurgici.

La disinfezione fu introdotta nel principale ospedale di Baghdad nell’805 dal Califfo Harun al-Rashid. La pratica si diffuse in tutto il mondo Islamico grazie all’aumento del tasso di sopravvivenza dei pazienti sottoposti a chirurgia.

La scoperta dell’effetto disinfettante dell’alcool ha portato le lingue europee ad adottare il nome arabo originale della sostanza (al-Kuhul o al-kohl), che significa “essenza”, in riferimento al suo metodo di distillazione.

Oggi la domanda globale di alcol per uso medico ha raggiunto un picco senza precedenti. I gel antisettici a base alcolica sono diventati un elemento essenziale per mantenere le mani libere dal coronavirus.

3) La quarantena per frenare il contagio

Alla fine di Marzo, più di un terzo della popolazione mondiale era sottoposto alla quarantena.

Alcuni documenti storici spiegano il concetto odierno di quarantena. I primi argomenti sulla quarantena per controllare la diffusione delle malattie sono apparsi nel “Canone della Medicina”, un’enciclopedia medica in cinque volumi compilata dall’eclettico sapiente musulmano Persiano Ibn Sina (980-1037), noto in Occidente come Avicenna.

Sebbene nella Bibbia (Numeri, Capitolo 12) Mosè impone una settimana d’isolamento per Miriam la lebbrosa, il metodo viene perfezionato dai musulmani.

Ibn Sina è stato il primo ad indicare un metodo per evitare il contagio attraverso l’isolamento sanitario di 40 giorni. Chiamò il metodo “al-Arba’iniya” (il quarantesimo), tradotto letteralmente “quarantena” nel dialetto Veneto medievale.

La quarantena era una pratica obbligatoria negli ospedali di tutto il mondo Islamico per prevenire la diffusione della lebbra, una malattia infettiva che provoca irritazioni cutanee deturpanti.

La quarantena divenne più comune in Europa, specialmente nei luoghi di incontro dei mercanti transcontinentali, ad esempio Venezia, durante e dopo l’epidemia di peste nera del 14° e 15° secolo. Il termine “quarantena” indicava il periodo di isolamento di quaranta giorni imposto a tutte le navi prima che i passeggeri e l’equipaggio potesse sbarcare a terra.

Il successo di questo metodo nel controllo della diffusione delle epidemie ha fatto sopravvivere il termine “quarantena” (al-Arba’iniya) fino ad oggi.

Fonti:

Three Islamic Inventions Leading the Global Fight Against COVID-19

Sapone

L’alchimista arabo che inventò l’alcool

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