Ali e il simbolo del potere maschile

Il più famoso musulmano a cui è stata associata un’immagine ultra-maschile è l’Imam Ali, cugino e genero di Muhammad, il primo uomo che ha accettato l’Islam.

L’Imam Ali, Haidar-e karrar

L’Imam Ali attaccava i suoi nemici come un leone, e quindi ricevette dal Profeta stesso il titolo di Haidar-e karrar (il leone che attacca rapidamente). Tra i musulmani dell’Asia meridionale, Ali è conosciuto come sher-e Khuda (il leone di Dio). Questo nome è invocato da coloro che intraprendono fisicamente dei compiti difficili. Il nome dell’Imam Ali è invocato da sunniti e sciiti al fine di ricevere i suoi poteri o le sue benedizioni.

I vari titoli dell’Imam Ali

I testi di una popolare canzone sufi o qawwali elencano le frasi che descrivono l’Imam Ali con i titoli di “shah-e-mardan, sher-e-Yazdan, quwwat-e-Parwardigar, la fata illa Ali la saif illa zulfiqar” (Re degli uomini, Leone di Allah, Potenza del Signore, nessun giovane è come Ali, nessuna spada è come zulfiqar).

Potenti talismani

Ai musulmani iconoclasti che non utilizzano nessun ritratto, l’immagine dell’Imam Ali viene invocata dalla figura di un leone insieme alla sua spada a doppio taglio che i calligrafi disegnano con lettere arabe a forma di leone o di tigre. Queste calligrafie sono adoperate come dei potenti talismani per assicurare vittoria e buona fortuna.

La tigre del muharram

Anche la tigre è un simbolo della forza dell’Imam Ali. La “tigre del muharram” è un uomo dipinto a strisce gialle e nere che balla al ritmo dei tamburi. L’uomo-tigre può essere trovato nella maggior parte delle zone rurali dell’India, da nord a sud, probabilmente è collegato alla danza della tigre del Kerala chiamata Pulikali che viene eseguita alla festa del raccolto di Onam. Degli uomini tigre si esibiscono anche durante il muharram in Pakistan.

L'uomo tigre (l'Imam Ali) durante il muharram in Pakistan e India

Le tigri o i leoni sono spesso associati al potere, al coraggio, alla paura e alla leadership dell’Imam Ali. Dalle pitture rupestri millenarie, dalle monete o dagli stemmi araldici, un leone o una tigre simboleggiano la forza e la superiorità, un attributo maschile.

I sufi, i domatori del leone

A molti sufi è stato associato il potere del domatore. Un dipinto del XVI/XVII secolo mostra un derviscio errante “che guida un leone straordinariamente calmo e addomesticato”. Quest’immagine non solo raffigura una scena pubblica insolita, ma suggerisce anche la protezione accordata dai sovrani Moghul ai dervisci e ai sufi. Un altro dipinto Moghul del 1650 mostra un leone e una tigre inginocchiati davanti a un derviscio. Un’immagine ritrae il settimo Imam sciita che addomestica i leoni.

Musa al-Kazim era detto il leone di Baghdad... Perché?

Il leone simbolo del martirio

I guerrieri musulmani come Khalid ibn Walid (morto nel 642) e Salahuddin Ayyubi (noto in Occidente come Saladino, 1137–93) erano popolarmente chiamati le tigri dell’Islam. Allo stesso modo, Hamza ibn Abdul Muttalib, compagno e zio paterno del profeta Muhammad, ricevette il titolo di Asadullah (il leone di Allah), mentre Omar al-Mukhtar (1858-1931), il leader libico della resistenza indigena contro il dominio coloniale italiano fu chiamato il leone del deserto. Poiché molti di questi eroi furono martirizzati, il simbolo della tigre/leone esalta la loro immagine del martirio (shahadat).

I tre leoni

Alcune immagini sciite, induiste e cristiane ritraggano rispettivamente l’Imam Ali, Krishna e Gesù in compagnia di tre leoni. Quest’associazione anche presente nell’iconografia cristiana è stata sviluppata nel Fisiologo. Questo simbolismo si ricollega in modo specifico al tema della Resurrezione.

Le tre caratteristiche del leone nel Fisiologo

Nel Fisiologo vengono citate in questo senso tre caratteristiche del leone. La prima è che se si accorge di essere seguito, il leone cancella le proprie impronte con la coda, come Cristo ha nascosto la propria natura divina; la seconda è che il leone dorme con gli occhi aperti, come Cristo che appariva morto (dormiente) sulla croce e nel sepolcro, ma in realtà vegliava; la terza è che i cuccioli di leone nascono morti, e vengono risvegliati dopo tre giorni dal soffio del padre.

I tre leoni nelle varie tradizioni

Il simbolo del leone aveva una posizione specifica nel mitraismo. Alcune statue con tre teste di leone rappresentano la triplice natura del dio: mattina, sera e notte.

Nel Tirumantiram Shivaita è detto: “Nei pensieri confusi le linee sono tre” (TMT: 2214)

T.N. Ganapathy spiega questo versetto nel modo seguente: “I nemici interni ed esterni della mente antagonista sono i tre leoni – la lussuria, la rabbia e l’ignoranza.

L’Imam Hadi e i tre leoni

Si narra che il califfo al-Mutawakkil un giorno portò tre leoni nel suo palazzo. Poi, invitò l’Imam al-Hadi, il decimo Imam sciita, lo fece entrare nel palazzo e chiuse la porta dietro di sé lasciandolo da solo con i leoni. È detto che l’Imam al-Hadi fu visto mentre toccava la testa dei leoni con il palmo della mano. Al-Mutawakkil, sorpreso e spaventato, aprì la porta e lasciò andare l’Imam al-Hadi. Alcuni suggerirono ad al-Mutawakkil d’imparentarsi con l’Imam. Egli rispose che voleva solo vederlo morto.

Bibliografia

Leoni nella cultura popolare

Yousuf Saeed, Lions of Islam: Symbols of Masculine Power in the Devotional Art of India and Pakistan

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