I dodici muqam nel dap ussuli tra gli Uiguri

Il termine muqam (o arabo maqam) usato dagli uiguri si riferisce a più brani di una categoria della musica modale, ma può anche riferirsi alla musica classica uigura.

Safi al-Din al-Urmawi

Il numero dodici, a cui Safi al-Din al-Urmawi (1216-1294) ha dato una posizione di rilievo, si spiega teoricamente studiando le antiche dodici note della scala cromatica, ma è più probabile che provenga simbolicamente dai dodici segni dello zodiaco, dai dodici Imam sciiti, dalle dodici ore del giorno, e così via. Il sacro numero dodici, che coincide con il sistema zodiacale, ripropone un’idea cosmica sostituita dal numero dei muqam nel loro ciclo teoricamente riconosciuto.

Il “Risale-i Musiki” di Yusuf Kirşehri

Nel “Risale-i Musiki” di Yusuf Kirşehri (1411), un trattato che enfatizza il simbolismo ermetico, queste melodie modali sono associate ai dodici segni zodiacali, ai sette pianeti e ai quattro elementi, e così via. Il libro di Kirşehri inizia con le leggende sia sulla creazione dei muqam dai segni zodiacali sia dei sette stili vocali avaz dai pianeti a opera di al-Urmawi. Come per la tradizione pitagorica, Kirşehri oltre a descrivere i muqam, i loro circoli, i loro allineamenti con i segni zodiacali, i loro tempi appropriati di esecuzione; relaziona i muqam a razze, resoconti leggendari, ritmi, accordature di alcuni strumenti, stagioni, classi, città e ai loro effetti sulle emozioni…

La scuola di Bukhara

Nella scuola di Bukhara del XVI secolo venivano usati dodici cicli ritmici e dodici forme musicali. Oggi possiamo ancora contare sia i dodici dastgah-ha azeri-persiani che i dodici muqamlar uiguri. Altri numeri importanti che hanno una relazione diretta con dodici sono i sei antichi avaz-ha; i sei maqamlar tagico-uzbeko e i loro ventiquattro derivati, lo sho’be-ha. I dodici muqamlar degli uiguri corrispondono anche alle ventiquattro ore del giorno, così come ai ventiquattro antichi nawba del Marocco.

I compositori del muqam

In Asia centrale, il sistema dei 12 muqam prese completamente piede e ottenne la sua forma classica al tempo di Amir Timur e dei Timuridi. Il sistema dei 12 muqam fu introdotto per la prima volta nei “Trattati sulla musica” di Safi al-Din al-Urmawi (ХIII secolo) e di Qotb al-Din Shirazi (ХIII – ХIV secolo), e successivamente nelle opere teoriche di Abd al-Qadir Maraghi (ХIV secolo), Abdurahman Giami e Najmiddin Kawkabi (ХV secolo), Dervish Ali Changi (ХVII secolo) e altri, che hanno dato un contributo significativo al suo sviluppo. Secondo il noto scienziato Uzbeko dell’arte muqam, Iskhak Radjabov, con il termine “12 muqam” dovrebbero intendersi 12 modi diversi di brani musicali.

I muqam e l’ordine cosmico

I suoni del muqam erano correlati con alcuni elementi della natura, alle dodici costellazioni e ai colori. Avevano una profonda connessione con l’anima umana e costituivano così la manifestazione interna di un sistema cosmico. I 12 muqam erano legati al movimento del sole e alle costellazioni dello Zodiaco. Quanto alle 24 sho’be-ha, esse corrispondevano alle 24 ore del giorno e della notte.

Il dap e il cerchio

La tradizione del muqam è contemplata nel cerchio del dap, detto anche daf, dayra, childerma, childirma, chirmanda, e dal ciclo. I cerchi sono segni simbolici e speculativi che si basano su “rapporti d’intervallo” e di “armonia”. La teoria del cerchio è un’estensione della tradizione ermetica e pitagorica nella cultura islamica; mentre i cicli sono i prodotti del simbolismo cosmo-crononaturalistico della tradizione pitagorica.

Ussuli, "muoversi in cerchio, secondo il percorso del sole"

La danza del dap ussuli

Lo Xinjiang è sempre stata la patria della danza. Il termine uiguro “ussul” (danza profana) è talvolta associato al rituale sciamanico di “muoversi in cerchio, secondo il percorso del sole“. Nello sciamanesimo islamizzato, notiamo due tipi di movimenti circolari eseguiti dai bakshi : il primo è il giro dell’assemblea; il secondo è la circumambulazione dei malati (in Tagikistan e Xinjiang). In Kazakistan, l’assemblea stessa partecipa al movimento circolare, mentre nell’Xinjiang si siede in forma di cerchio (charkh). Lo scopo di questi movimenti scoordinati o circolari, sia nello sciamanesimo comune che in quello islamizzato, è di “giocare” con gli spiriti costringendo o convincendo queste creature invisibili ad aiutare lo sciamano a guarire i malati.

"Il fiammeggiare del sole è l'immagine della folgorazione dell'occhio di Shiva, che riduce in cenere tutta la manifestazione. Il sole si impone qui come il simbolo per eccellenza del Principio Uno (Allâhu Ahad) e traccia in lettere di fuoco i Nomi Divini nel cielo." (R. Guénon, Et-Tawhîd, “Le Voile d’Isis”, luglio 1930)

I 12 muqam e il dap ussuli simboleggiano la walaya dei 12 Imam

Nell’Islam, il percorso del sole che attraversa i 12 muqam (i 12 Imam) si relaziona alla walaya shamsiyyah (letteralmente santità solare). Maulana Gialal-Din Rumi ha onorato l’Imam Ali paragonandolo al Re che governa col potere del sole, poiché è il suo vicario. La danza del dap ussuli testimonia la walaya shamsiyyah. Rumi nel Mathnawi assegna all’Imam Ali la walaya shamsiyyah, ma anche la walaya qamariyyah (lunare) e walaya najmiyyah (stellare).

Rumi sostiene che l’Imam Ali è il sole della walaya:

“Parla, O Principe dei Credenti, affinché la mia anima possa muoversi nel mio corpo come un embrione. Come l’embrione ha la possibilità di muoversi durante il periodo in cui è governato dagli astri? Va dalle stelle verso il sole. Quando il tempo è venuto per l’embrione di ricevere lo spirito vitale, in quel momento il sole lo aiuta.” Libro Uno, versi 3773-5.

Rumi afferma che l’Imam Ali è il detentore della walaya shamsiyyah:

“Quando il tempo è venuto per l’embrione di ricevere lo spirito vitale, in quel momento il sole lo aiuta. Quest’embrione è messo in movimento dal sole, perché il sole prontamente lo dota di uno spirito.” Libro Uno, versi 3775-3776.

Walaya qamariyyah

Rumi riferendosi all’Imam Ali gli assegna la walaya shamsiyyah e la walaya qamariyyah (lunare):

“Io sono la luna e il sole è di fronte a me come guida.” Libro Uno, verso 3809.

Rumi si riferisce all’Imam Ali come al Nobile sole: “Questo corpo non ha nessun valore ai miei occhi: senza il mio corpo, io sono nobile (in spirito), il sole dello spirito.” Libro Uno, verso 3943.

Rumi definisce l’Imam Ali il sole della porta della conoscenza, la porta della conoscenza della wilayat al-muhammadiyya: “Poiché tu sei la porta della Città della Conoscenza, poiché tu sei i raggi del sole della Clemenza (Profeta Muhammad).” Libro Uno, verso 3763

Rumi ritiene che l’Imam Ali è la manifestazione della volontà solare di Allah:

“Nella guerra, io sono la manifestazione della seguente verità: non ti buttavi le frecce quando le lanciavi, io sono la spada, ma chi le lancia è il sole (Divino).” Libro Uno, verso 3789.

Rumi si riferisce all’Imam Ali come all’ombra solare del Divino: ‘Io sono un ombra, il sole è il mio Signore.” Libro Uno, verso 3791.

Bibliografia

S. Agaeva, 1981 Theory of Maqam in Azerbaijan Sources of. XIII-XIV centuries, i.e. in the treatises of Safi al-Din and Abd-al Kadir ibn Maragi.
Jozef Pacholczyk, The Relationship Between the Nawba of Morocco and the Music of the Troubadours and Trouvères, 1983
Intangible Cultural Heritage Centre for Asia and the Pacific, 2009
Anna Czekanowska, Aspects of the Classical Music of Uighur People: Legend versus Reality, 1982
Ann E. Lucas, Music of a Thousand Years, A New History of Persian Musical Traditions, 2019


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