Guru Nanak e le tecniche di meditazione sufi-sciite

Prima del 1947 molti sikh partecipavano alle processioni dell'ashura, scrivevano poesie in onore dell'Ahl-ul-Bayt e praticavano persino il ma'tam.

Nei Janamsakhi, i resoconti narrativi della vita del primo guru del Sikhismo, Guru Nanak, si trovano alcuni interessanti riferimenti all’Islam sciita. Ad esempio, il B40 Janamsakhi, contiene un inno che non è contenuto nell’Adi Granth.

Il B40 Janamsakhi e la famiglia del Profeta

Nel cuore c’è il cercatore, il luogo di pellegrinaggio e
la dimora del faqir; nel cuore c’è il sentiero della continenza.

Nel cuore dimorano Hassan, Hussain e la signora Fatima;
nel cuore c’è l’unico, vero Maulana.

Nel cuore ci sono la misericordia, l’amore [e tutti i meriti di] Medina;
nel cuore c’è la tomba [dove adorare].

Essere consapevoli dei Panjtan

In questo inno Guru Nanak consiglia a un discepolo musulmano di meditare sul nome divino a ogni respiro con la consapevolezza che la signora Fatima Zahra, Hussain e Hassan dimorino nel proprio cuore. Questo riferimento alla signora Fatima Zahra, all’Imam Hassan e all’Imam Hussain può essere visto come una sineddoche riferita ai “Panjtan” (alle “cinque persone”) della tradizione sciita (Muhammad, Fatima, ‘Ali, Hassan e Hussain).

Meditare sul nome Divino con i Panjtan

La consapevolezza dei Panjtan può essere vista come un riferimento alle tecniche di meditazione nella tradizione mistica sciita. Tali tecniche di meditazione implicano la visualizzazione dei puri o dei loro nomi, spesso in una struttura simile a un mandala. Un bell’esempio di tali tecniche di meditazione si trova nelle opere di Mir Damad. Henry Corbin descrive Mir Damad mentre ha una visione dell’Imam ‘Ali che lo istruisce a visualizzare i quattordici puri e a meditare su un mandala al cui vertice spicca Fatima Zahra.

Guru Nanak ricevette la coppa del nome di Dio

Nei Janamsakhi, gli avvenimenti della sua vita servono da cornice istruttiva per i suoi insegnamenti, non sono delle biografie nel senso comune, ma sono delle agiologie. Gli inni nel Guru Granth confermano che gli autentici Janamsakhi presentano Guru Nanak come un uomo perfetto nel senso sufico proposto da Ibn ‘Arabi. Nei Janamsakhi è detto che Guru Nanak “ricevette la coppa del Nome di Dio”.

Il cuore centro della meditazione

È ugualmente interessante notare che Guru Nanak si riferisce qui al cuore come al punto focale della meditazione, cosa insolita per le tecniche di meditazione indiane. Nelle tradizioni sciite e sufi il cuore è il principale centro mistico, mentre le tradizioni indiane insisterebbero quasi sempre sui chakra ajna e sahasrara.

Gli stessi Imam menzionano la visione del cuore come una delle caratteristiche degli sciiti veramente iniziati. Il famoso hadith sul segreto degli infallibili menziona i veri discepoli i cui cuori sono stati messi alla prova. L’importanza del cuore come centro mistico nella prima tradizione sciita e nelle tradizioni sufi legate agli Imam è tale che non si può fare a meno di constatarne la presenza nel B40 Janamsakhi.

Ancora oggi in Lucknow e a Delhi molti sikh partecipano aI festival sciiti dell'Ashura o alla nascita dell'Imam 'Ali.

Guru Nanak e la luce di Muhammad

Abdul Majid Khan, un musulmano gandhiano, scrisse che in uno dei vecchi Janamsakhi di Bhai Bala Guru Nanak avrebbe pronunciato il seguente verso: “Ditha nur Muhammadi, ditha nabi rasul/Nanak qudrat dekh ke, khudi gai sab bhul“, il cui significato è: “vide la gloria luminosa di Dio e la sua creazione, e dimenticò il suo egoismo o sé”. La luce di Muhammad qui è una metafora del termine filosofico arabo “al-haqiqat al-Muhammadiyah” o “haqiqat al-haqa’iq”.

Guru Nanak, attraverso la sua profonda meditazione, giunse alle stesse conclusioni a cui erano già giunti sufi come Rumi, Sa’di, Fakhr-al-Din Iraqi, Jami e Hafiz. Guru Nanak presenta i suoi pensieri con notevole coerenza: alcuni inni del Guru Granth si leggono come porzioni del Mathnawi di Rumi che Jami chiamava “il Corano Persiano”, ma non c’è nulla che dimostri che Guru Nanak abbia imitato Gialal al-Din Rumi.

Un sikh nihang in una Hussayniya

La visione spirituale di Guru Nanak è espressa nella poesia devozionale e dalla meditazione attraverso la canzone musicata.

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