La Qalandariyya-Chishtiyya divenne Sciita

 

"Se qualcuno si è innamorato di [Lal Shahbaz] Qalandar, verrà qui, qualunque cosa lo ostacoli… [perché] il suo cuore è pieno delle dolci parole di Ali" - Muddho Sain, leader degli Sciiti Qalandariyya

Un milione di Sciiti Qalandari ogni anno affollano il mausoleo di Lal Shahbaz. La condivisione del dolore di Hussain avviene ogni giorno davanti e dentro il santuario di Lal Shahbaz Qalandar.

Khizr Rumi

Nativo dell’Anatolia, Khizr Rumi Khapradari (500/1107-750/1349) era un discepolo del semi-leggendario e longevo santo ‘Abdul ‘Aziz Makki, che i Qalandari considerano tradizionalmente un contemporaneo del Profeta. Khizr Rumi Khapradari visse 250 anni.

La parola Rumi indica che apparteneva al Rum, o Turkistan, mentre il titolo di Khapradari è legato a una coppa che egli chiamava Khapra e che portava sempre con sé. Si dice che questa coppa possedesse la proprietà miracolosa di poter fornire ai disabili e ai poveri qualunque cosa desiderassero. Tenne con sé questa Khapra per molti anni finché alla fine la spezzò lui stesso e la seppellì nella terra. Si spiega così la peculiarità di quest’ordine che prevede che i membri si radano la testa, ecc…

Un’altra versione sostiene che il primo Pir di Khizr Rumi, ‘Abdu’l-‘Aziz Makki, a causa della sua grande età avesse perso tutti i capelli e il suo discepolo, nell’ardente desiderio d’imitare il maestro in ogni dettaglio della sua vita e del suo aspetto, si rasò i capelli. Khizr Rumi rimase celibe per molti anni e vagava vestito col ‘Charam’, un abito di pelle grezza animale in uso ai Qalandari. Per questo motivo fu chiamato ‘Charam Posh’, colui che indossa lo ‘Charam’.

La Chishtiyya alla scoperta dei Qalandari

Le cronache raccontano che un discepolo del santo sufi Chishti di Delhi, Nizamuddin Awlia, il cui nome era Shah Najmuddin andò in Turchia per studiare sotto Khizr Rumi. Khizr Rumi Khapradari, il coppiere del Turkestan, era già noto in India come appartenente all’ordine del misterioso Khizr che aveva caratteristiche simili all’ordine della Giarrettiera (Idries Shah). Hazrat Khizr Rumi era un estatico che restava in meditazione anche fino a 6 mesi per volta, e, inoltre, Abdul ‘Aziz Makki, suo maestro, era un discendente del profeta Salih, uno dei quattro profeti inviati ad ammonire il popolo di Thamud.

Dall’Anatolia all’India

L’agiografia sufi Indiana riporta che in seguito al viaggio di Shah Najmuddin in Turchia, Khizr Rumi che era anche strettamente legato all’ordine Mevlevi, fu inviato in India da Mevlana Gialal al-Din Rumi stesso. Giunto a Delhi durante il regno del sultano Iltutmish (1210-1236), Khizr Rumi subì il fascino di Qutbuddin Bakhtiyar Kaki, il quale lo iniziò all’ordine della Chishtiyya. La loro compagnia durò 15 giorni, ciò permise al grande Shaykh Qutbuddin Bakhtiyar di conferirgli l’autorità di diffondere gli insegnamenti della nuova Qalandariyya-Chishtiyya. Il metodo Qalandariyya si mescolò con i precetti e le pratiche della Chishtiyya, tra cui la preghiera e i canti devozionali accompagnati da musica.

Hazrat Shah Najmuddin Qalandar

Hazrat Shah Najmuddin Qalandar, studioso musulmano Sunnita e santo sufi dell’Ordine Chishti, dopo aver ricevuto la Khilafat da Hazrat Khizr Rumi fece una tournée in Persia, Cina e nei paesi Arabi ottenendo anche l’iniziazione all’ordine della Qadiriyya Suhrawardiyya. Infine, si stabilì a Malwa, e visse 220 anni.

La nascita della Qalandariyya-Chishtiyya-Jaunpuri

In questo modo, troviamo Khizr Rumi all’origine del ramo della confraternita Qalandariyya-Chishtiyya, che era particolarmente popolare a Jaunpur, nelle regioni orientali dell’attuale Uttar Pradesh e nel Bengala musulmano. Questo nuovo ramo della Qalandariyya-Chishtiyya che assorbiva gli elementi della Qadiriyya Suhrawardiyya venne chiamato Jaunpuri, e adottò la fede Sciita.

Il santuario di Lal Shahbaz Qalandar è stato costruito nello stile Islamico persiano, la sua architettura si ispira ai santuari Sciiti di Najaf e Karbala.

Il nuovo dhikr e lo yoga

Il quarto successore di Khizr Rumi, Qutbuddin b. Sarandaz Jaunpuri (morto nel 1518), istituì le seguenti cantillazioni (dhikr) dell’ordine: Ya Hasan è ristretta tra le due cosce (genitali), Ya Husain è sull’ombelico, Ya Fatima è cantillata sulla spalla destra, Ya ‘Ali è recitata sulla spalla sinistra e Ya Muhammad nella sua anima”.

Il rappresentante più noto di questa confraternita è un altro discepolo di Khizr Rumi, Sharafuddin Bu ‘Ali Qalandar (morto nel 1324), la cui tomba a Panipat divenne un luogo di pellegrinaggio di massa. Bu ‘Ali Qalandar divenne una figura molto autorevole nella tradizione sufi successiva quando alcuni autori del XVI secolo, tra cui Sayyid Murtaza di Murshidabad, il compilatore dello Yoga Qalandar, fecero risalire la disciplina Qalandariyya a Bu ‘Ali di Panipat.

Hazrat Bu 'Ali Shah Qalandar

I santi contemporanei di Khizr Rumi

I biografi di Khizr Rumi affermano che fu contemporaneo dei seguenti santi: ‘Abdu’l-Qadir Gilani, Shihabu d-Din Suhrawardi, Baha ud-Din Walad il padre di Gialal al-Din Rumi, Badi’ Din Shah Madar, Farid al-Din ‘Attar e Farid al-Din Shakarganj.

Tutto è Qalandar in questo mondo…

"Tutto è Qalandar in questo mondo… [e] il nostro amore è senza direzione". Muddho Sain, leader degli Sciiti Qalandariyya

Al centro dell’etica Qalandariyya c’è l’ascetismo e, a sua volta, l’amore incondizionato, la devozione e la sottomissione a Dio, la ricerca della presenza Divina estatica e dell’unità, o haal. Questo speciale e temporaneo stato di consapevolezza, haal, indotto dal vortice della danza è accompagnato da canti devozionali.

Gli aderenti alla Qalandariyya Chishtiyya sono riusciti a superare l’apparente discrepanza tra gli stati interiori e l’assoggettamento al codice religioso esteriore; tanto che anche Hazrat Khizr Rumi è riuscito a bilanciare le pratiche esteriori conformandole allo stato dell’attrazione per il Divino realizzando anche una vita matrimoniale.

Dopo il suo soggiorno a Jaunpur, Hazrat Khizr Rumi si trasferì a Ujjain nel Madhya Pradesh dove aveva un grande seguito, e lì morì. Il suo Santuario si trova a Ujjain, Madhya Pradesh.

I pellegrini del santuario nel mirino

Una famiglia custodisce il santuario di Lal Shahbaz Qalandar da quasi sette secoli. Nonostante l’attenzione introspettiva di questi rituali, i devoti in Pakistan sono sempre più spesso presi di mira dai gruppi Sunniti più conservatori. La comunità Sciita Pakistana nel suo complesso se la passa anche peggio. Nonostante le minacce violente, fino a un milione di pellegrini Qalandari Sciiti si riunisce una volta all’anno per il festival (o mela) di tre giorni a Sehwan Sharif, nella provincia Pakistana del Sindh, il luogo di riposo di Lal Shahbaz Qalandar.

Bibliografia

Anna Suvorova, Muslim Saints of South Asia: The Eleventh to Fifteenth Centuries, pag. 185
John A. Subhan, Sufism: Its Saints and Shrines, 310-311
Sardar Taimur Hyat-Khan, Qalandariyya and the Chishtiya Qalandariyya
Anna Suvorova, ‘The Indian-Turkish Connections in the Field of Sufism
Idries Shah. I Sufi. La tradizione spirituale del Sufismo, pag. 206
https://www.aljazeera.com/indepth/features/2014/07/shia-pilgrims-flock-pakistan-sufi-shrine-201473175829740724.html

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