Il culto di ‘Ali a Shohimardon

Il sunnismo centroasiatico del madhab hanafi ha avuto una costante e lunga tendenza a integrare i valori spirituali sciiti. L'eredità sciita in Asia centrale è in alcuni casi una parte organica della più ampia dottrina sunnita. Questo può essere visto chiaramente nelle opere degli autori sunniti dell'Asia centrale dedicate ai fondamenti pratici della dottrina islamica, alla poesia, ai rituali di ashura e all'edificazione dei santuari. (Aleksandr Dzhumaev, ricercatore usbeco)1

Introduzione

Shohimardon o Shahimardan (Шоҳимардон; anche Шохимардон) è un piccolo centro della regione di Fergana, nell’Uzbekistan orientale, in prossimità del Kirghizistan.

Secondo la credenza popolare, l’Imam ‘Ali ibn Abi Talib, cugino e genero del Profeta Muhammad, quarto califfo e primo Imam sciita, è qui sepolto. Il nome Shahimardan letteralmente significa “Il Re (Shah) degli uomini (mardan)”. È uno dei suoi titoli persiani.

Anche se questa leggenda non ha alcun fondamento storico, la vera tomba di ‘Ali si trova a Najaf, l’immaginazione popolare associa questa tradizione a molti altri siti simili che venerano la sepoltura dell’Imam ‘Ali. Si ricordi che la più famosa e leggendaria tomba di ‘Ali si trova a Mazar-i Sharif, in Afghanistan.

Il mausoleo dell’Imam ‘Ali a Shohimardon

Mazar di Shohimardon, valle di Fergana. Secondo la leggenda, Hazrat 'Ali frequentò questa valle e i musulmani locali sono convinti che fu sepolto alla confluenza dei due fiumi di montagna, dove ora si trova il mausoleo. Gli abitanti indigeni credono che lo spirito di Hazrat 'Ali protegga il villaggio.

Altri significati di Shohimardon

Shohimardon ha altri significati come il “Signore del popolo” o il “Capo dei cavalieri”. È un luogo sacro nel sud della valle di Fergana, in una delle gole della cresta di Alaj, a un’altitudine di 1540-1570 metri, nel distretto di Ulugnor. Secondo la tradizione locale, Shohimardon è uno dei sette nomi, o soprannomi onorevoli, di ‘Ali, ma era anche il nome del suo vahim (dall’arabo waqf). Nelle vicinanze di questo villaggio si trovano diversi altri siti “sacri” indipendenti, che formano un grande santuario associato ad ‘Ali.

Lo spirito protettore dell’Imam ‘Ali

Anche se in realtà il califfo ‘Ali non visitò mai le oasi dell’Asia centrale, la gente crede fermamente nella sua presenza e nelle sue attività in Asia centrale. È interessante notare che nel mondo islamico ci sono sette luoghi di sepoltura del califfo, sebbene il più autentico si trovi in Iraq; tuttavia, questo non impedisce agli abitanti indigeni di considerarsi dei discendenti di Hazrat ‘Ali e di credere che lo spirito dell’Imam protegga il loro villaggio. Tutti i santuari in cui è detto che sia stato sepolto sono considerati autentici.

Altri Shahimardan

Un mazar Shahimardan si trova nelle vicinanze di Khiva (Khorezm), un altro santuario denominato sempre Shahimardan è nel villaggio di Gazgan, nella regione di Nurata, nella provincia di Navoi, nella repubblica dell’Uzbekistan, mentre il mazar Yigitpirim (in turco-uzbeko, Capo dei cavalieri) è a Sokh nella valle di Fergana.

Le “tombe di ‘Ali”

In alcune zone meno conosciute, questi luoghi sacri sono anche chiamati le “tombe di ‘Ali”. La leggenda narra che Hazrat ‘Ali conquistò l’Asia centrale, la liberò dagli “infedeli” e morì qui in battaglia. I luoghi in cui ‘Ali si sarebbe fermato, avrebbe pregato o compiuto qualche impresa, sono diventati sacri. Tali mazar sono considerati come i “luoghi delle impronte” (kadam-joi). Alcuni abitanti sostengono che lo spirito (ruh) di ‘Ali risieda nella tomba piuttosto che nel suo corpo mortale.

‘Ali combatte il drago

Anche il sufismo ha giocato un ruolo significativo nella propaganda del culto di ‘Ali. Nel sufismo, il quarto califfo e i suoi discendenti erano considerati portatori di conoscenza esoterica e di santità spirituale. Il culto di ‘Ali nei popoli dell’Asia centrale è alimentato dalle leggende in cui l’Imam combatte contro un mitico drago nel distretto di Kattakurgan, nella provincia di Samarcanda.

Il drago simboleggia la Zulfiqar, la spada a doppia punta di 'Ali. La spada originariamente apparteneva al profeta Muhammad e fu lasciata in eredità ad 'Ali per le sue qualità messianiche, cavalleresche e magiche. I draghi saltano ai lati della spada con la bocca spalancata e la lingua srotolata. Le fauci spalancate del drago evocano la lama biforcuta della Zulfiqar e le lingue, spesso colorate di un rosso brillante, infondono un senso di timore reverenziale e di rispetto per il potere di 'Ali.

Il lago Kurbankul

Sopra il mazar si trova il lago “blu” Kurbankul (“lago del sacrificio”), dove i credenti compiono i sacrifici durante le feste musulmane. Le fonti scritte medievali non riportano nulla di Shohimardon. A quanto pare, divenne famoso nel XVII-XVIII secolo, e divenne uno dei luoghi “sacri” più venerati della valle di Fergana. Nel XIX secolo, Shah-i mardan è uno dei principali luoghi di pellegrinaggio dei governanti e dei nobili di Kokand.

La spada di ‘Ali e le sue impronte

In alcuni luoghi ci sono i segni della spada di ‘Ali detta Zulfiqar, come ad esempio presso il mazar Keskan-tash del villaggio di Gava nella provincia di Namangan. In altri posti ‘Ali colpì la terra con il suo bastone, e lì sgorgarono delle sorgenti da cui crebbero dei grandi alberi.

Questi luoghi sono: il mazar Khauz-i Moron (Хауз-и Морон) nella città d’Istaravšan (Tagikistan); il mazar Chashma-yi Arzanak (Чашма-йи Арзанак) nella provincia di Leninabad, Tagikistan; il mazar Sultan-Vais (Султан-Вайс) nel villaggio Balykly (Балыклы) della provincia di Namangan, e il mazar Akhtam-Sakhoba (Ахтам-сахоба) della città di Toy-Tube (Той-Тюбе) nella provincia di Tashkent.

Da qualche parte ‘Ali pregò e lasciò le impronte delle sue mani – panja (in persiano tagico, “cinque”, “cinque mani”). Tali luoghi sono conosciuti in tutta l’Asia centrale, in ogni provincia, in ogni distretto, la gente del posto può nominare diversi mazar dove le orme di ‘Ali hanno lasciato le loro impronte. Le impronte del cavallo di ‘Ali, il Duldul (in arabo Duldul), sono anche considerate ‘sacre’: dei mazar con questo nome esistono a Khorezm, nella valle di Fergana, e nella regione di Tashkent.

Le esegesi dei chierici

Per conciliare i racconti leggendari con i fatti reali, i chierici locali danno diverse spiegazioni su come la tomba di ‘Ali sia finita in Asia centrale. In particolare, un chierico afferma che quando ‘Ali morì, ogni gruppo pretendeva di aver sepolto il suo corpo, ma quando al funerale aprirono le bare (tobut), ognuna di esse conteneva il corpo di ‘Ali. Quindi, ci sono sette (un’altra versione dice 11) luoghi in cui è stato sepolto. Secondo un’altra leggenda, il corpo di ‘Ali fu preso da un cammello celeste che scomparve con lui, ma alcune prove ritengono che la tomba di ‘Ali si trovi alla confluenza di due fiumi – il ‘bianco’ (in turco-uzbeko, ok-suv) che si forma dallo scioglimento delle cime innevate, e il ‘nero’ (in turco-uzbeko, kara-su-v) che esce da sotto terra.

Altri mazar associati ai parenti dell’Imam ‘Ali

Oltre al culto di ‘Ali in Asia centrale, c’è il culto per i suoi parenti più stretti. Nella regione ci sono molti luoghi noti associati al nome di Fatima (figlia del Profeta e moglie di ‘Ali) come il mazar nelle vicinanze di Shahrisabz (Uzbekistan); ma vi sono anche i mazar associati ai nomi dell’Imam al-Hasan (morto nel 609) e dell’Imam al-Husayn (morto nel 680) come ad esempio i mazar nelle vicinanze di Nurota (Uzbekistan) e di Bairam ‘Ali (Turkmenistan).

Altri mazar sono dedicati a un altro famoso figlio di ‘Ali, Muhammad b. Hanafiyyah (morto nel 700), come ad esempio il mazar di Tash-yatd nella provincia di Osh (Kirghizistan), i mazar nella periferia di Nurota (Uzbekistan), Suzak (Kirghizistan) e Bayram-Ali (Turkmenistan). I mazar dei nipoti e dei pronipoti di ‘Ali come quello di Zain al-Abidin si trovano nella provincia di Namangan (Uzbekistan) e nella città di Shaartuz appartenente alla regione di Khatlon (Tagikistan), e quelli di Gia’far al-Sadiq sono nelle vicinanze di Bairam-‘Ali (Turkmenistan), nella provincia di Kulyab (Tagikistan) e nello Xinjiang.

Il culto dello stalliere ‘Ali-Kambara

Questi mazar sono considerati i luoghi di sepoltura dei “santi” sciiti, sebbene nessuno di loro sia stato in Asia centrale. La regione ha anche il culto popolare dello stalliere detto ‘Ali – Kambara (maula Kanbar), che nelle credenze popolari divenne il santo patrono (Pir) dell’allevamento dei cavalli.

I mazar associati al suo nome esistono in tutte le regioni dell’Asia centrale: ad esempio, nelle vicinanze di Bayram-Ali (Turkmenistan), nelle campagne di Poytuk (anche Paytug, Poytug) appartenenti alla regione di Andijan (Uzbekistan) e a Fayziabad nella regione di Fergana (Uzbekistan). La popolarità di ‘Ali in Asia centrale è il risultato dell’influenza dei vari rami sciiti dell’Islam (kaisaniti, abumuslimiti, ismailiti, ecc…) che operavano in Asia centrale nell’alto Medioevo.

‘Ali è simile a Rustam

L’Islam sciita ismailita prevale ancora nel Pamir tra le popolazioni iraniche. Il sufismo svolse un ruolo significativo nella propaganda del culto di ‘Ali assegnando al quarto califfo e ai suoi discendenti il ruolo speciale di portatori di conoscenza esoterica e di santità spirituale. Il culto di ‘Ali in Asia centrale ha sostituito i concetti preesistenti e innati delle popolazioni indigene. Il culto di ‘Ali svolge il ruolo di ‘eroe culturale’, è il liberatore dalle forze del male ed è il divulgatore della conoscenza. L’immagine di ‘Ali è diventata simile a quella dell’antico eroe iraniano Rustam.

Il pasto sacrificale (huoyi)

Tutti i “luoghi sacri” associati al nome ‘Ali e ai nomi dei suoi parenti, di regola, sorgevano già molto prima della comparsa dell’Islam in Asia centrale. La loro posizione e il loro carattere riverenziale indicano che questi luoghi appartenevano un tempo al culto della natura.

Ogni anno, prima dell’inizio dell’alluvione primaverile, presso il mausoleo di Shohimardon che si trova in prossimità del fiume Shakhimardan-sai, i cui canali irrigano le culture fino all’antica città di Margilan, è offerto un pasto sacrificale (huoyi) per l’ottenimento di un raccolto copioso.

L’assassinio di Hamza Hakimzadeh Niyazi secondo i sovietici

Il 13 maggio 1925, la RSS Usbeca fu incorporata nell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Nel 1929, Hamza Hakimzade Niyazi, un usbeco ed ex insegnante che si era unito alla causa bolscevica, fu lapidato a morte da una folla in Shohimardon per aver convinto 23 donne locali a rimuovere il burqa e per aver criticato il pellegrinaggio al mazar. Il suo cadavere era stato nascosto nel crepaccio di una roccia.

Il governo distrusse la cupola di mattoni che proteggeva la tomba e punì i colpevoli, compresi gli shaykh sospettati di complottare contro il regime. Il santuario fu ricostruito un anno dopo dai resistenti nativi; ma nel 1940 fu nuovamente demolito e sostituito con un monumento commemorativo del santo martire bolscevico e da un “Museo dell’ateismo”. Il sito è stato poi sviluppato come un “Parco della Cultura” e ribattezzato (insieme alla città vicina) col nome di Hamzaabad, “città di Hamza”, martire bolscevico.

Sembra, tuttavia, che tutti gli sforzi per convertire un santuario musulmano in uno bolscevico siano falliti a livello popolare, infatti, i fedeli continuarono ad affluire per tutto il periodo sovietico.

La storia del mausoleo nel romanzo di K. Yashen

Lo scrittore uzbeko K. Yashen nel suo romanzo dedicato al martire “Hamza” descrive che i pellegrini continuavano a frequentare il mausoleo demolito recitando lo zikr Yasavi. Il governo riuscì comunque a frenare queste visite devozionali (ziyarat). Sotto quest’aspetto le autorità ebbero un discreto successo; gli osservatori non compresero la vera natura del sito nonostante l’afflusso delle popolazioni provenienti dalla valle di Fergana e da altre regioni dell’Asia centrale.

Nuove verità dopo l’era sovietica

Un giornalista britannico raccolse delle informazioni attestanti che Niyazi non era stato ucciso da fanatici mullah. Si trattò di un delitto d’onore compiuto da due fratelli che vendicarono la sorella disonorata dal comunista donnaiolo.

Distruzioni e ricostruzioni del mausoleo dell’Imam ‘Ali

Mausoleo di 'Ali, 1900

Il mausoleo e la moschea di Hazrat ‘Ali hanno subito ripetute distruzioni. Nel 1822 e nel 1899, due forti terremoti hanno completamente distrutto il santuario. Nel 1899 i devoti lo ricostruirono subito grazie ai risparmi personali del mecenate Shokirkhon Kalandarovich Mirzakhidbayev (1834-1918), imprenditore, filantropo e sindaco della città di Roshidon.

Quando l’Uzbekistan ha ottenuto l’indipendenza, le autorità del paese hanno preso la decisione di ricostruire il complesso memoriale con la moschea. Il villaggio è stato ribattezzato nuovamente Shahimardan. Il moderno edificio è ricostruito nello stesso luogo ed è pienamente coerente con il progetto originale. Ora qui, come decenni fa, accorrono numerosi i pellegrini e i turisti che invocano l’intercessione dell’Imam ‘Ali.

Note

  1. А. Джумаев, Традиция ашуро у иранцев Бухары: источники и историко-культурный контекст, PAX ISLAMICA 2(5)/2010, Kazan, Russia (Aleksandr Dzhumaev, La tradizione dell’ashura tra gli iraniani di Bukhara: fonti e contesto storico-culturale).

Bibliografia

Где побили камнями Хамзу (Dove Hamza Niyazi è stato lapidato?)

РОССИЙСКАЯ АКАДЕМИЯ НАУК, Санкт-Петербургский филиал Института востоковедения, ИСЛАМ на территории бывшей Российской империи, Энциклопедический словарь, 1999 (ACCADEMIA RUSSA DELLE SCIENZE, Sezione di San Pietroburgo dell’Istituto di studi orientali, L’Islam sul territorio dell’ex impero russo, Dizionario enciclopedico, 1999)

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