L’amore dei naqshbandi per Hafez e per i dodici Imam

L’ayatollah sciita Musa Shuberi Zanjani, in una nota a piè di pagina del libro intitolato “Una goccia dal mare”, circa il credo religioso del poeta Hafez (Shiraz, 1315 – Shiraz, 1390) scrisse:

“Una delle prove che Hafez Shirazi fosse un sunnita è il suo elogio al giudice Faali. Hafez dichiara che la forza della Shari’a è in poche persone e una di queste è Majd al-Din Ismail Faali. All’epoca di Hafez, la città di Shiraz era un centro sunnita, e se Hafez fosse stato uno sciita sarebbe apparso come al giorno d’oggi un sunnita a Qom, il che è inverosimile e insolito. Alcuni ritengono che le poesie del Divan di Hafez siano una prova del sua appartenenza allo sciismo, mentre in realtà queste strofe non sono presenti nei manoscritti più antichi e sono state aggiunte nelle revisioni.”

Egli continua con le dichiarazioni fatte da Muhammad Qazwini riguardo a uno dei versi della sua poesia che non esisteva nei manoscritti più antichi.

Bahauddin Khoramshahi, il grande studioso di Hafez, ha dichiarato:

Per quanto riguarda il dogma, cioè la scuola teologica, Hafez era un seguace della scuola di pensiero Ash’arita e per quanto concerne la giurisprudenza era uno shafi’ita.

Sicuramente Hafez era solo un sunnita, ma i sufi sunniti del periodo medievale avevano delle credenze che oggi sarebbero definite sciite. Credevano nei dodici Imam e li consideravano le loro guide spirituali, nonostante seguissero un fiqh sunnita.

I commentari su Hafez in turco ottomano

Ci sono tre commentari in turco ottomano del XVI secolo riguardanti il Divan di Hafez. Il primo è di Muslihuddin Mustafa Sururi (-969/1561), uno studioso Naqshbandi famoso per i suoi commentari mistici sui classici persiani. Il secondo è di Semullah Shama’i (- 1603), uno studioso dell’ordine Mewlevi e autore di numerosi commentari allegorico/mistici sui classici persiani e, infine, il terzo è di Ahmed Sudi (- 1600), uno studioso ottomano di filologia araba e persiana ben noto per i suoi commentari grammaticali sui classici persiani e sulle maggiori opere arabe. Il commentario di Muslihuddin Sururi è chiamato “Şerh-i Dîvân-i Hâfız”, è composto di due volumi ed è suddiviso in quattro parti oltre all’introduzione.

Il Pir-e moghân nella poesia di Hafez

Nella terminologia sufi, il Pîr-e moghân (il saggio mago) è la Guida Perfetta del cammino mistico. Il Pîr-e moghân o anche il Pir-e kharâbât (il vecchio della taverna), guida i mistici che non hanno ancora raggiunto la perfezione. È una figura umana perfetta che guida l’amante mistico nell’annientamento in Dio (fanâ). Hafez introducendo il termine Pir-e kharâbât nella sua poesia si riferisce al primo Imam sciita, l’Imam ῾Ali ibn Abi Talib. Nella letteratura sufi persiana, il Pir-e-moghân esegue il sacrificio della macellazione dell’Ego del novizio. Questo sangue simbolico rappresenta il martirio dei dodici Imam. Nella letteratura antinomica, il Pir-e moghân di Hafez è diventato una metafora della guida spirituale dei qalandar.

Valori comuni condivisi

Questa composizione letteraria ha forgiato la pratica religiosa popolare dell’Iran pre-Safavide creando dei valori comuni condivisi. C’era un costante dialogo tra i seguaci dello sciismo duodecimano e del sunnismo, molta condivisione di pratiche devozionali e poche prove di combattimenti settari. Questo panorama condiviso incoraggiava simpatia. Il rispetto per la Famiglia del Profeta (Ahl-ul bayt); la visita ai santuari (ziyarat) dell’Imam ‘Ali a Balkh e dell’Imam Reza a Mashhad attiravano devoti sunniti e sciiti; la commemorazione della passione di Husayn nel giorno di Ashura; le festività generali come ‘Aid-i Fitr, ‘Aid-al-Adha e il Nawruz e quelle locali come il Gul-i Surkh (festival del fiore rosso) a Balkh, si svolgevano con un certo livello di armonia e di tolleranza. Questo quadro condiviso produceva manifestazioni insolite che gli sciiti chiamano sunnismo e i sunniti chiamano sciismo.1

"Versate una lacrima per l'Imam Hussain (as). Egli intercederà e veglierà su di voi." (Sayed Nurjan Mirahmadi, Sheikh Naqshbandi)

Lo sciismo appassionato dei sufi

Nella storia del sufismo e del misticismo islamico del Khorasan, agli Imam sciiti è stato assegnato un posto speciale. Qadi Nur Allah Shushtari, un eminente studioso sciita, fece enormi sforzi per comprendere le radici di questo fenomeno nelle opere dei sufi. Concluse che molti mistici e maestri sufi credevano in uno “sciismo dottrinale” o almeno in uno “sciismo appassionato”, sebbene appartenessero alla scuola giurisprudenziale e teologica sunnita. Secondo al-Shushtari, sembra che Jami, il grande mistico e poeta Naqshbandi, appartenesse a questo tipo di sciismo, nonostante lo considerasse per certi versi un nemico degli sciiti. Jami ha sempre lodato la famiglia del profeta Muhammad (S) nonostante la sua incapacità di simpatizzare con i mistici sciiti o per le sue osservazioni sarcastiche su Abu Talib e sui rafiditi.

Sayyid Ahmed Amiruddin e i dodici Imam

Sayyid Ahmed Amiruddin (1978-), un Naqshbandi contemporaneo, allievo diretto di Shaykh Nazim al-Qubrusi per ben dodici anni, oltre a ritenere che il 12° Imam è il Mahdi, ha dichiarato:

“In base agli insegnamenti dei più grandi leader del sufismo nella storia, tra cui Shaykh al-Akbar Muhiyuddin Ibn Arabi e Mawlana Jalaluddin Rumi, gli illustri dodici Imam (che Allah sia soddisfatto di loro) sono i Qutbul-Aqtaab del tasawwuf, cioè i Santi di più alto rango del sufismo, sotto il cui riparo ogni Wali ha raggiunto la sua Wiliyah e ogni musulmano è in grado di avvicinarsi o addirittura raggiungere lo stato d’Ihsan. Senza di loro non c’è il sufismo e senza il sufismo non c’è l’Ihsan. L’Ihsan è un terzo della fede, e quindi la fede nei dodici Imam è in realtà un terzo della fede!”

Un raduno di donne Naqshbandi attorno alla tomba di Hafez

Ahmad al-Faruqi al-Sirhindi e i dodici Imam

Ahmad al-Faruqi al-Sirhindi (1564–1624), giurista Hanafita e membro dell’ordine Naqshbandi, scrisse nei commenti al suo Maktabat (una raccolta di lettere inviate ai suoi discepoli, familiari e uomini di stato) circa la posizione dei dodici Imam e su coloro che cercano la loro guida:

“C’è poi un’altra via, vicina alla sovranità spirituale, che è quella dei santi e degli amici generali di Allah, che è caratterizzata dalla passione e dalla garanzia della mediazione e il cui leader e capo dei santi è ‘Ali al-Murtada. A lui è riservata questa grande carica. Percorrendo questa via, i piedi del Santo Profeta sono sulla testa di ‘Ali, e Fatima, Hasan e Husayn vi sono inclusi.

Credo che abbia goduto di questa posizione anche prima della sua nascita fisica, nonché successivamente, e chiunque abbia ricevuto la benedizione e la guida divina, l’ha ricevuta attraverso di Lui, perché è il più vicino all’ultimo punto di questa via e il centro di questo punto gli appartiene. E quando il suo periodo finì, il grande ufficio passò ad Hasan e Husayn, e poi a ciascuno dei dodici Imam, individualmente e in modo elaborato. Chiunque abbia ricevuto la guida nella sua vita e dopo la sua morte, l’ha ricevuta da questi Santi. E il rifugio e il luogo di riparo dei Santi di alto rango sono questi Santi (perché sono il centro di tutta l’attività spirituale) e i lati tendono a convergere verso il centro.” (Maktubat, Volume 9:173#123).”

La dipendenza della Ummah dai dodici Imam

Per approfondire il tema della dipendenza della Ummah dai dodici Imam al fine di ottenere l’Ihsan, l’Imam Naqshbandi Ahmad al-Faruqi as-Sirhindi (possa Allah santificare il suo segreto) nel primo volume del Maktubat ha descritto in dettaglio questa dipendenza dal Qutb al-Aqtab, che è il responsabile della guida dell’intera creazione fin da Hadrat ‘Ali al-Murtada (Dio esalti il suo volto):

“O Fratello! In effetti l’Imam ‘Ali è il detentore delle chiavi della Santità, la Wilayah, del Profeta Muhammad [s] e il regime di formazione per la posizione degli Aqtab, Awtad e Abdal, che sono tra gli Awliya riservati, ciò avviene sotto la protezione della sua Santità. Il rango di Qutb al-Aqtab, che è il più grande Qutb, nonché guida e mentore degli altri, giace sotto i suoi piedi (di ‘Ali). I suoi ordini vengono impartiti sotto la supervisione e il sostegno di ‘Ali ed egli svolge i suoi doveri sotto il controllo e il supporto di ‘Ali e adempie ai suoi compiti. Sayyida Fatima ed entrambi i suoi figli, gli Imam (Hasan e Husayn), condividono questo rango con ‘Ali.” (Maktubat Imam Rabbani, Volume 1:438#251)

Shah Waliullah Dehlawi e i dodici Imam

Il maestro Naqshbandi Shah Waliullah Dehlawi (1703 – 1762) ha dichiarato che la dipendenza dalla Santità degli illustri dodici Imam è un terzo della fede, poiché i dodici Imam sono i perni della guida nel sufismo, e siccome il sufismo conduce all’Ihsan e loro (i dodici Imam) sono i perni di quella scienza, è chiaro che i dodici Imam conducono alla perfezione della fede, Ihsan.

Quindi, diventa chiaro che senza i dodici Imam, la fede non può essere completata, poiché l’Ihsan è il completamento della fede e la scienza dell’Ihsan; il sufismo dipende interamente da loro!

Il venerabile Shah Waliullah scrisse:

“Questo Faqir è venuto a sapere che tra tutte le altre relazioni, i dodici Imam [ra] sono relazionati alla leadership del polo centrale (Qutb). E la via del tassawuf (il sufismo) è nata durante la loro vita. Ma tutti gli ordini dell’Aqidah e della Shari’a sono limitati agli ahadith del Profeta (S). E hanno l’ordine (Amr) della leadership (Qutbiyat) interiore (Batin), che è libera dai problemi della Shari’a. E per quanto riguarda la stessa leadership (Qutbiyat), ognuno di loro aveva un’indicazione e un “Nas (نَصّ: cioè una nota, chiara legale ingiunzione per chiunque)”, e le vicende dell’imamato che hanno detto, in realtà si riferivano a questo tipo di leadership del polo centrale (Qutbiyat).” [Al-Maqalat al-Wadiyya fi al-Nasiha wa al-Wasiyyah, page 7 (Lucknow)].

“Gloria al tuo Signore, Signore dell’onnipotenza,
ben al di sopra di quel che Gli attribuiscono,
e pace sugli inviati, e lode ad Allah, Signore dei mondi.” 
(Corano, 37:180-182)

Note

  1. Naqshibandiyya e Sciismo tra il 14° e il 16° secolo

Bibliografia

  1. Naqshibandiyya e Sciismo tra il 14° e il 16° secolo
  2. Naqshbandi luminaries believed Hadrat Mahdi was the son of Imam Hasan al-Askari?
  3. The Correct Position on the Twelve Imams
  4. An Inquiry into Connections between Shiism and Sufism: A Consideration of the Encounter between Qadi Nur Allah al-Shushtari and ‘Abd al-Rahman Jami
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