Lo Shaykh Haydar e il sogno del turbante rosso

Lo Shaykh Haydar è stato il precursore dell’ordine Safavide, una corrente eterodossa sufi vicino alle posizioni sciite, dal 1460 fino alla sua morte avvenuta nel 1488. Shaykh Haydar è stato il marito della principessa greca-turkmena Halima, figlia di Uzun Hasan e di sua moglie Teodora, e il padre di Shah Ismail I, il fondatore della dinastia Safavide.

Le prime notizie in Occidente

Michel Baudier, (1589 – 1645), storico francese, nella sua “Histoire generale de la religion des Turcs” pubblicata a Parigi nel 1625, fu il primo europeo a interessarsi di Shah Haydar. Baudier affermava che tutti i suoi discepoli indossavano dei turbanti rossi e per questo motivo erano chiamati “Teste rosse” o Qizilbash. Michel Baudier, contrariamente a diversi studiosi moderni, considerava erroneamente Shaykh Haydar e i suoi seguaci degli sciiti duodecimani. Un’attenta lettura del primordiale sistema Qizilbash spiega i contrasti e le somiglianze con la religione dei Safavidi e dei turchi Ottomani (islam sunnita).

Baudier dichiarava che per quanto riguarda la fede nel Creatore Supremo e nella profezia di Muhammad entrambi i rami dell’Islam sono identici. Tuttavia, subito dopo Muhammad i “Sufi” aggiungono Ali: “le loro invocazioni portano sovente i nomi Allah, Muhammad, Ali. Quest’espressione “Allah-Muhammad-Ali” è conosciuta come il “motto” dell’Islam Qizilbash.

Agha Muhammad Baqir Qizilbash, medico capo e consigliere del Maharaja Ranbir Singh, 1874

I Qizilbash erano una coalizione di molte tribù prevalentemente (ma non esclusivamente) turche di lingua azera, ma unite nella loro adesione a una forma d’Islam sciita particolare. Abdülbaki Gölpınarlı (1900—1982), storico della letteratura turca, ha sostenuto che i Qizilbash erano i discendenti spirituali dei khurramiti, detti anche in arabo muhammira, cioè dalle “vesti rosse”. I khurramiti erano una setta persiana influenzata dallo sciismo ancora in fase embrionale, ma i cui sentimenti affondavano le loro radici nel glorioso passato Persiano.

Il credo Qizilbash

I Qizilbash erano classificati “estremisti” dagli sciiti duodecimani. Quando nel 1501, Shah Ismail I entrò in Tabriz, non c’era un solo libro di sciismo duodecimano tra i leader Qizilbash. I Qizilbash avevano delle convinzioni uniche e complesse che risalivano sia ai Kaysaniti che ai Khurramiti. L’aqidah Qizilbash si basava su un sincretico fiqh chiamato batiniyya, che incorporava alcuni pensieri qarmati originariamente introdotti da Abu’l-Khattab Muhammad ibn Abu Zaynab al-Asadi, e successivamente sviluppati da Maymun al-Qaddah e da suo figlio ʿAbd Allah ibn Maymun, nonché degli elementi muʿtaziliti con una forte convinzione nei dodici imam. Alcune credenze sciamaniche sono ancora comuni nei villaggi Qizilbash di Afghanistan, Bulgaria, ecc…

I Qizilbash non seguono la giurisprudenza giafarita, anche se sono membri di diverse tariqe sufi dell’Islam sciita; piuttosto, sembrano essere sottoclassi dell’Imamismo duodecimano. La loro fede include principi di batinismo, urufismo e ismaelismo qarmata.

Turbante turco

Il sogno del turbante rosso

Secondo la tradizione, Haydar in sogno fu visitato da alcuni messaggeri del mondo invisibile e fu incaricato di far indossare ai suoi discepoli un turbante di color cremisi con dodici pieghe indicanti i dodici imam immacolati come segno di distinzione per i suoi seguaci. Al risveglio, cambiò con gioia il suo ordinario cappello turcomanno, che era l’abbigliamento consueto di quei tempi, e indossò il turbante a dodici pieghe, che da allora è stato chiamato corona di Haydari o Taj-i Haydari; allo stesso modo, i suoi seguaci lo seguirono. Così, i seguaci della famiglia Safavide si distinsero dalle altre persone e acquisirono il soprannome di “Qizilbash” o “turbanti rossi”.

Un racconto anonimo riportato da Shah Ismail e citato da Andrew Morton1 in “The date and attribution of the Ross Anonymous” fornisce un resoconto leggermente diverso: “Una notte il Principe del trono della Guida e della Santità, vale a dire il Comandante dei Fedeli, l’Imam Ali, le preghiere di Dio siano su di Lui, apparve in visione al Sultano Haydar, e gli disse: ‘Oh figlio mio, è ormai vicino il tempo in cui i miei figli tra i tuoi discendenti sorgeranno e spazzeranno via l’Infedeltà dalla faccia della Terra. Ora tocca a te foggiare un turbante per i Sufi e per i tuoi discepoli, e devi prenderlo di panno scarlatto’. Così dicendo Sua Santità ritagliò un copricapo con dodici punte [tarlak]”.

Lo status sociale del turbante

I Safavidi esprimevano la loro fede nello sciismo duodecimano indossando turbanti bianchi che erano avvolti attorno a un berretto di feltro o broccato a dodici punte (taj) con un’alta sporgenza a punta che si estendeva verso l’alto attraverso il centro del copricapo. Il turbante era normalmente rosso, anche se occasionalmente blu. I turbanti con i bastoncini rossi indicavano che chi li indossava era un affiliato ai Safavidi, come pure la sua devozione allo sciismo. A causa del colore del turbante, le truppe Safavidi erano chiamate Qizilbash dai turchi Ottomani, una parola turca peggiorativa che significa “le teste rosse”. Questo copricapo era chiamato taj Haydari o taj-i Safavi. Si diceva che fosse stato ideato da Haydar, il padre di Shah Isma’il, il fondatore dell’impero.

I Safavidi celebrarono l’istituzione di uno stato sciita imponendo il taj-i Safavi a tutti i reali e al relativo personale amministrativo. Il turbante era considerato il massimo significante della fedeltà politica. La poesia persiana Safavide contiene molti riferimenti letterari al turbante. Ad esempio, Sa’id Tabrizi (noto anche come Isfahani), nei suoi versi, collega sarcasticamente la dimensione di un turbante alla quantità di conoscenza ed erudizione di chi lo indossa. La varietà di turbanti indossati dai Safavidi indicava anche il grado e lo stato di chi lo indossava.

Note

  1. Andrew Morton, The Date and Attribution of Ross Anonymous. Notes on a Persian History of Shah Isma’il I, History and Literature in Iran: Persian and Islamic Studies in Honour of P. W. Avery, ed. Charles Melville, Chambridge: Center for Middle Eastern Studies, 1990, 179-212.

Bibliografia

https://it.ert.wiki/wiki/Qizilbash

The influential Qizilbash confederacy has played an important role in shaping political

Ross Anonymous – Ross, Denison E., “The early years of Shah Ismail, founder of the Safavi Dynasty”, Journal of the Royal Asiatic Society, XXVIII, (1896), 249-340.

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